Ciclopedonale: panacea per tutti i mali o un enorme bluff?

Nei giorni scorsi sono apparsi su numerosi organi di stampa vari articoli che riportano la notizia dell’indizione della gara di appalto per la realizzazione del tratto tra Pradello ed Abbadia della ciclopedonale Lecco – Abbadia, opera per la quale noi del gruppo “La Nuova Abbadia Lariana” ci siamo sempre considerati favorevoli.

Ci chiediamo come mai a questa notizia venga sempre associata l’immagine del sovrappasso alla strada provinciale che dovrebbe essere realizzato davanti ai condomini Miralago come innesto tra l’arrivo della ciclopedonale e la viabilità ordinaria del centro abitato.

Ricordiamo ancora una volta che la ciclopedonale e il sovrappasso sono due opere completamente separate, realizzate da enti diversi e con iter di realizzazione completamente disgiunti.

L’appalto in essere nei prossimi giorni comprende infatti solo la realizzazione del tratto Pradello – Abbadia e non la realizzazione del ponte ciclopedonale.

Abbiamo sentito più volte l’Amministrazione di Abbadia Lariana e la Provincia di Lecco parlare della pista ciclopedonale come la soluzione per togliere i ciclisti dalla strada e dal pericolo che corrono percorrendo il tratto di SS 36, mettendoli al sicuro da possibili incidenti.

La cosa non è per niente scontata: tale evenienza è ancora tutta da verificare in quanto il percorso, come da progetto, sarà utilizzato promiscuamente sia da biciclette che da pedoni senza un setto di separazione tra le due tipologie di traffico.

Se così fosse, la ciclopedonale, non essendo un tracciato riservato ai soli ciclisti, non rappresenterebbe per quest’ultimi un obbligo ad  essere utilizzata perché, come recita l’art 182 comma 9 del codice stradale, non è ”un percorso a loro esclusivamente riservato”.

Il comma, 9 riporta infatti testualmente: “I velocipedi devono transitare sulle piste loro riservate ovvero sulle corsie ciclabili o sulle corsie ciclabili per doppio senso ciclabile, quando esistono, salvo il divieto per particolari categorie di essi, con le modalita’ stabilite nel regolamento. Le norme previste dal regolamento per la circolazione sulle piste ciclabili si applicano anche alla circolazione sulle corsie ciclabili e sulle corsie ciclabili per doppio senso ciclabile”

Per definizione, una pista ciclabile è un tracciato al di fuori della corsia per veicoli a motore, vietato ai pedoni e con specifica segnaletica orizzontale. Solo in questo caso ciclisti avrebbero l’obbligo di viaggiare su di essa e non potrebbero immettersi direttamente sulla Statale, pena sanzioni.

Il tracciato in costruzione permette il suo utilizzo anche ai pedoni e non rientra quindi nella definizione sopra menzionata, senza considerare che il limite di velocità sulle piste ciclopedonali è fissato per legge a soli 10Km orari.

Per tutti questi motivi si può facilmente dedurre che il traffico ciclistico potrebbe non cambiare affatto con la realizzazione della pista ciclopedonale: tutti i discorsi in merito alla sicurezza così altamente portati avanti dalle Amministrazioni Comunale e Provinciale come bandiera di virtuosismo e salvaguardia del bene degli utenti a due ruote cadrebbero miseramente nel nulla.

Per non soggiacere alle limitazioni sopra riportate, tutti coloro che usano la bicicletta come attività sportiva (la quasi totalità degli utenti a due ruote) continuerebbero, a proprio rischio e pericolo, ad utilizzare la statale 36 come hanno continuato a farlo anche nel tratto Lecco – Pradello nonostante che la realizzazione di questo lotto sia stata terminata da tempo.

Cadrebbe quindi anche il discorso del sovrappasso, ritenuto erroneamente come unica possibilità da parte di ciclisti per reimmettersi sulla SP72, visto che già ci sarebbero, avendo utilizzato la Statale e lo svicolo preesistente, come hanno fatto sin d’ora.

Nonostante queste legittime perplessità, la realizzazione della ciclopedonale è da noi considerata strategica in quanto spunto di nuovi sviluppi turistici green e di incremento dell’offerta turistica del nostro territorio che verrebbe collegato alla rete ciclopedonale regionale che si estende fino al capoluogo lombardo.

L’opera, probabilmente inutile per lo sportivo a due ruote, è invece di primaria importanza per i moltissimi utenti che desiderano una alternativa ecologica al collegamento tra Lecco ed Abbadia da percorrere a piedi o alle famiglie che desiderano portare i propri figli in bicicletta su un percorso protetto dal traffico motorizzato.

Per lo smaltimento di questo tipo di traffico, riteniamo più idoneo il progetto da noi ipotizzato che prevede lo spostamento a monte della SP72 e l’utilizzo della corsia a lago per il raggiungimento in sicurezza dell’area Parco Guzzi, dal quale si può accedere comodamente alla stazione per coloro che intendono tornare poi in treno.

Vista l’importanza dell’opera appaltata e il suo impatto sulla nostra comunità, per dissipare questi nostri legittimi dubbi, riteniamo opportuno una risposta ufficiale da parte di ANAS e dei vari enti preposti al controllo e alla disciplina del traffico.

Chiediamo la medesima risposta all’Amministrazione Comunale e all’ufficio di Polizia Locale per quanto riguarda il ponte davanti all’area del Complesso Miralago e la bretella di collegamento alla SP72, considerando anche il fatto che il calibro di questi manufatti si riduce a soli 2,5 metri per entrambi i sensi di marcia.